La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà (parte della guaranina) e mate (parte della mateina), e nelle bevande da esse ottenute e trova in campo cosmetico sempre maggior utilizzo come coadiuvante per il trattamento della cellulite, date le potenzialità lipolitiche e termogeniche.
Dal momento che la cellulite è legata a problemi circolatori, con essudazione di liquidi negli interstizi e conseguente isolamento degli adipociti con interruzione degli scambi metabolici, è opportuno intervenire con un’azione drenante e detossinante per districare le fibre di collagene che soffocano gli adipociti.
È a questo proposito che risulta utile l’applicazione della caffeina per la sua capacità di stimolare il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti (funzione antiedematosa), anche se la principale azione della molecola è quella di stimolare la mobilizzazione degli acidi grassi nel tessuto adiposo.
La caffeina infatti stimola l’attività dell’AMPc , il quale con azione ormono-simile stimola, tramite fosforilazione, l’attivazione della lipasi adipolitica. Questa permette l’idrolisi dei trigliceridi in digliceridi, successivamente scissi in acidi grassi e quindi rimossi , inibendo la fosfodiesterasi, enzima che degrada l’AMPc ed impedisce la lipolisi. (questo lo scriviamo più piccolo, chi vuole lo legge)
L’uso topico della caffeina non comporta ad oggi controindicazioni, poiché l’assorbimento transdermico non mostra concentrazioni ematiche tali da indurre effetti sistemici.
L’utilizzo topico della caffeina in ambito cosmetico è indicato per il trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate ed è giustificato per gli effetti catabolici sugli adipociti come descritto in precedenza.
La cellulite non trova beneficio nell’intervento sistemico, perché i principi attivi e le basi xantiniche assunte non raggiungono le formazioni nodulari che sono isolate e collocate in distretti scarsamente irrorati.
Diverse formulazioni sono state realizzate per migliorare ulteriormente la cinetica di assorbimento inserendo altri principi attivi, tra i quali il limonene, oppure ricorrendo all’inserimento della caffeina nei liposomi.
L’assorbimento transdermico consente di raggiungere gli adipociti sui quali manifesta le proprie funzioni cataboliche, sottraendosi all’immissione nel letto vasale, non portando a picchi ematici tali da indurre effetti sistemici.
La caffeina risulta perciò sicura per il trattamento cosmetico della liposclerosi.
E’ opportuno ricordare che l’assorbimento percutaneo di principi attivi è influenzato dal grado di idratazione cutanea: la componente lipidica epidermica costituisce il principale veicolo per la dissoluzione delle sostanze applicate.